Benvenuto/a nel mio sito

Su questo sito troverai informazioni su di me e la mia pratica professionale, così come articoli riguardanti la psicologia e la psicoterapia. Questo sito è stato concepito principalmente per le persone che stanno prendendo in considerazione la possibilità di iniziare un percorso terapeutico. E' stato pensato per rispondere alle domande che si possono avere sulla psicoterapia e per trattare le questioni che comunemente portano le persone a rivolgersi ad uno psicologo o ad un terapeuta. Spero che troverai qui informazioni utili e interessanti.

Il mio obiettivo è offrire sempre un servizio migliore a tutti coloro che, per i più svariati motivi, approdano qui. Grazie del tempo che dedicherai alla lettura e non
esitare a contattarmi telefonicamente o tramite e-mail per porre domande, chiarirti dubbi o esprimere opinioni.



Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Mappa dello Studio della Dott.ssa Bottaro

COME RAGGIUNGERE LO STUDIO CON I MEZZI PUBBLICI

Prendere la linea METRO A (direzione ANAGNINA) Scendere alla fermata ANAGNINA e ai tornelli dirigersi a destra verso l'uscita Prendere l'autobus di linea 506 (VANVITELLI) per 6 fermate (506 ogni 20 min.) Procedere a piedi in Via Cropani e proseguire dritto fino alla rotonda Alla rotonda svoltare a destra per Viale Raf Vallone.

Dalla stazione della metro Anagnina è possibile prendere anche gli autobus 501, 502 ,503 ,507 e scendere su Via Tuscolana o Via Anagnina all'altezza di Ikea.

COME RAGGIUNGERE LO STUDIO IN AUTO E MOTO

Indicazioni per chi proviene:

Da Roma Centro - da via Tuscolana procedere verso il GRA, superarlo e prendere la via Anagnina direzione Grottaferrata, mantenere la destra e seguire indicazioni per l'inversione di marcia/Via di Tor di Mezzavia, girare alla prima strada a destra (troverete Ikea alla vostra sinistra), giunti alla rotatoria girare a destra alla prima strada destra, prendere Via Riccardo Billi, alla rotatoria girare a sinistra su Viale Raf Vallone.

Dal G.R.A.- uscita 21-22, seguire la direzione per Grottaferrata, immettersi su via Anagnina, mantenere la destra e seguire le indicazioni per l'inversione di marcia/Via di Tor di Mezzavia, girare alla prima strada a destra (troverete Ikea alla vostra sinistra), giunti alla rotatoria girare alla prima strada a destra, prendere Via Riccardo Billi, alla rotatoria girare a sinistra su Viale Raf Vallone.

Da Grottaferrata- su Via Anagnina seguire le indicazioni per Via di Tor di Mezzavia, girare a destra (troverete Ikea alla vostra sinistra), giunti alla rotatoria girare alla prima strada a destra, prendere Via Riccardo Billi, alla rotatoria girare a sinistra su Viale Raf Vallone.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

"Il contributo dell'Analisi Transazionale alla mia professione"

L’Analisi Transazionale rappresenta l’approccio a cui faccio riferimento nel mio lavoro. Nell’AT ho trovato un modello teorico chiaro, strumenti pratici e strategie appropriate di intervento per impostare il trattamento, formulando ipotesi diagnostiche e conducendo il lavoro clinico sulla base di contratti concordati e condivisi con la persona. Questa procedura è rispettosa della libertà dell’altro di compartecipare al suo percorso di cambiamento.

La cosa che trovo molto in sintonia con me è la visione dell’uomo non deterministica in cui la persona ha la possibilità di cambiare, di ridecidere la sua vita. Tengo sempre presenti gli assunti filosofici dell’AT in particolar modo il principio secondo cui “Ogni persona è Ok”. Ne segue che, nella relazione con le persone che si rivolgono a me, avvio relazioni Ok/Ok nelle quali entrambe le parti siamo in una posizione di uguaglianza nello stabilire le nostre rispettive competenze, i nostri bisogni, i desideri e le emozioni.

Utilizzo sempre nel lavoro l’approccio contrattuale che considero uno degli aspetti più validi dell’AT in quanto consente di definire, in accordo con il cliente, l’obiettivo della terapia permettendoci di mantenere la direzione nell’intervento e di valutare i progressi in itinere.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Che cos'è uno psicoterapeuta?

Gli psicologi che si specializzano in psicoterapia e in altre forme di trattamento psicologico sono professionisti altamente qualificati, con esperienza nei settori del comportamento umano, nella valutazione, nella diagnosi e nel trattamento della salute mentale, e nel cambiamento del comportamento. Gli psicoterapeuti lavorano con i pazienti per cambiare i loro sentimenti e atteggiamenti e aiutarli a sviluppare modelli di comportamento più sani ed efficaci.

Gli psicoterapeuti applicano procedure validate scientificamente per aiutare le persone a cambiare i loro pensieri, emozioni e comportamenti. La psicoterapia è un impegno collaborativo tra un individuo e uno psicoterapeuta. Essa fornisce un ambiente favorevole per parlare apertamente e con riservatezza di preoccupazioni e sentimenti. Gli psicoterapeuti considerano estremamente importante il segreto professionale e rispondono alle vostre domande circa le rarissime circostanze in cui le informazioni riservate devono essere condivise.

American Psychological Association

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Cos'è il Disturbo Ossessivo Compulsivo?

"Non riuscivo a fare niente senza rituali. Essi avevano invaso ogni aspetto della mia vita. Il contare mi aveva davvero bloccato. Mi lavavo i capelli tre volte anzichè una volta perché tre è un numero fortunato e l’altro no. Mi ci voleva di più a leggere perché contavo le righe di un paragrafo. Quando impostavo la sveglia la sera, dovevo impostarla su un numero la cui somma non fosse un 'cattivo' numero ".

"Sapevo che i rituali non avevano senso, e mi vergognavo profondamente di farli, ma sembrava che non potessi superarli fino a quando non ho iniziato la terapia."

"Vestirsi la mattina era difficile, perché avevo un rituale, e se non seguivo il rituale, diventavo ansioso e dovevo vestirmi di nuovo. Ero sempre preoccupato che, se non avessi fatto qualcosa, i miei genitori sarebbero morti. Ho avuto questi terribili pensieri di danneggiare i miei genitori. Ciò è completamente irrazionale, ma i pensieri scatenato più ansia e più comportamenti insensati. A causa del tempo che ho trascorso a fare i rituali, non ho potuto fare un sacco di cose che erano importanti per me."

Le persone con disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) hanno persistenti pensieri sconvolgenti (ossessioni) ed utilizzano i rituali (compulsioni) per controllare l'ansia che questi pensieri producono. La maggior parte delle volte, i rituali finiscono per controllare loro.

Ad esempio, se le persone sono ossessionate da germi o sporcizia, possono sviluppare una compulsione a lavarsi le mani più e più volte. Se sviluppano una ossessione per gli intrusi, possono chiudere e richiudere le porte molte volte prima di andare a letto.

La paura dell’ imbarazzo sociale può indurre le persone con DOC a pettinarsi i capelli compulsivamente davanti allo specchio. A volte vengono "catturati" dallo specchio e non riescono ad allontanarsi da esso. L’esecuzione di tali rituali non è piacevole. Nel migliore dei casi, essa produce un temporaneo sollievo dall’ ansia creata dai pensieri ossessivi.

Altri comuni rituali sono la necessità di controllare ripetutamente le cose, toccare le cose (specialmente in una particolare sequenza), o contare le cose.

Alcune comuni ossessioni includono i frequenti pensieri di violenza e di danneggiamento nei confronti dei propri cari, il pensare in modo persistente all’esecuzione di atti sessuali che la persona non gradisce, o avere pensieri che sono vietati dal credo religioso.

Le persone con DOC possono anche essere preoccupate per l'ordine e la simmetria, hanno difficoltà a gettare le cose, o accumulano oggetti inutili.

Anche le persone sane fanno dei rituali, come ad esempio controllare diverse volte per vedere se la stufa è spenta prima di lasciare la casa. La differenza sta nel fatto che le persone con DOC eseguono i loro rituali anche se ciò interferisce con la vita quotidiana e trovano la ripetizione angosciante. Anche se la maggior parte degli adulti con DOC riconosce che ciò che stanno facendo è privo di senso, alcuni adulti e la maggior parte dei bambini non si rendono conto che il loro comportamento è fuori dall’ordinario.

Il disturbo ossessivo-compulsivo colpisce circa 2,2 milioni di americani adulti, e il problema può essere accompagnato da disturbi alimentari, altri disturbi d'ansia o depressione. Esso colpisce uomini e donne circa in numero uguale e di solito appare durante l'infanzia, l'adolescenza, o all'inizio dell'età adulta. Un terzo degli adulti con DOC sviluppa i sintomi da bambino, e la ricerca indica che il disturbo ossessivo compulsivo potrebbe ricorrere nelle famiglie. Il corso della malattia è molto vario. I sintomi possono andare e venire con facilità nel corso del tempo, o peggiorare. Se il disturbo diventa grave, può impedire alla persona di lavorare o di svolgere le normali responsabilità a casa. Le persone con DOC possono provare ad aiutare se stesse evitando le situazioni che scatenano le loro ossessioni, talvolta per calmarsi possono utilizzare alcool o droghe.

Il paziente con disturbo ossessivo-compulsivo di solito risponde bene al trattamento con alcuni farmaci e / o la psicoterapia basata sull’esposizione, in cui le persone affrontano le situazioni che provocano paura o ansia e diventano meno sensibili a queste.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Il Contratto Terapeutico

I terapeuti transazionali lavorano sulla base di contratti e cioè fanno accordi specifici con le persone che chiedono loro aiuto, riguardo ai risultati che desiderano ottenere. Contratti tipici sono "imparare a riconoscere e godere dei miei successi" o "esprimere la rabbia in un modo rispettoso di me e degli altri" o "prendermi cura di me stesso e delle persone che amo, smettendo di bere troppo" o "prendere dei bei voti a scuola". Certo molto può succedere nella psicoterapia, ma al di sopra di tutto c’è sempre il contratto, l’obiettivo che guida il lavoro dell’Analista Transazionale. Oltre a questo, egli farà anche dei contratti a breve termine, contratti ad esempio di sobrietà o di "non suicidio," per aiutare la persona a raggiungere l’obiettivo finale.

Dal momento che gli esseri umani nascono OK, è ragionevole che, con l’aiuto di persone competenti, possano tornare alla loro originaria posizione OK. La capacità di essere OK è in attesa in ogni persona, pronta ad essere liberata dalle proibizioni del copione. L’Analista Transazionale sa bene che, se si fanno contratti terapeutici chiari e indirizzati ad un obiettivo, se si analizzano validamente le transazioni interpersonali e se si dà alla persona in modo forte il permesso di cambiare, proteggendola al tempo stesso dalle sue paure, ognuno può avere l’opportunità di diventare una persona felice, amorevole e produttiva.

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti)

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Le 3 P del terapeuta: Permesso, Potenza, Protezione

Il permesso è una parte molto importante dell’Analisi Transazionale ed è la situazione in cui l’educatore o il terapeuta dicono: "Puoi fare ciò che i tuoi genitori o altri dicevano che era sbagliato" oppure "Non è necessario che continui a fare quello che da bambino hai deciso di fare."

Ad esempio, se una persona, che ora è molto timida, da bambina si è sentita dire "Non chiedere nulla," un permesso potrebbe essere quello di chiedere ciò di cui ha voglia o bisogno: "Chiedi carezze, le meriti." Se una persona riceve un permesso e va contro le richieste o i desideri dei genitori e della società, è molto probabile che il suo Bambino sia molto impaurito. Ecco perché la protezione è un aspetto molto importante nel cambiamento.

Il terapeuta, o l’educatore, danno o offrono protezione, preferibilmente con il sostegno di un gruppo, a chi è pronto a cambiare il suo copione. Il terapeuta e il gruppo offrono protezione dicendo "Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Ti sosterremo e ci prenderemo cura di te se avrai paura."

Permesso e protezione aumentano la potenza terapeutica dell’analista transazionale introducendo nella situazione il Genitore Affettivo. L’uso che il terapeuta fa del suo Genitore e del suo Bambino (come quando si diverte facendo terapia) rende l’analista transazionale più efficace del professionista che invece usa solo un terzo della sua personalità e si mette in relazione con i clienti solo con l’Adulto.

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti)

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

I Ricatti

Collegati ai copioni sono i giochi, con il loro tornaconto esistenziale, ovvero i sentimenti negativi che si accumulano e che a un certo punto possono scoppiare creando una catastrofe emotiva. Il tornaconto esistenziale di ogni singolo gioco continua ad accumularsi fino a sfociare nel risultato previsto dal copione. Alcuni accumulano sentimenti di rabbia, tanto che a un certo punto si sentiranno giustificati nel chiedere il divorzio; altri accumulano sentimenti di depressione che li farà arrivare sull’orlo del suicidio. Questo creare situazioni che producano i sentimenti negativi indicati nel copione si chiama ricatto emozionale.

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti)

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Il Copione

Il concetto a cui principalmente faccio riferimento nella comprensione della radice dei problemi psicologici è quello di copione. Berne ha definito il copione “un piano di vita inconscio che si basa su di una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva” (Berne, 1972). Analizziamo dettagliatamente tale definizione.

"Il copione è un piano di vita": per l’A.T. la teoria del copione sostiene che il bambino redige un piano specifico della propria vita, sotto forma di reazione drammatica che ha un inizio, un punto di mezzo e una fine. All’età di circa quattro anni, le parti essenziali della trama sono già state decise. A sette anni la storia è completata nei dettagli principali. Nella preadolescenza si dà qualche ritocco o si aggiusta qualche particolare. Durante l’adolescenza si rivede il copione e lo si aggiorna con aderenza alla realtà del momento.

"Il copione è decisionale": si basa su una decisione presa nell’infanzia, è pertanto il bambino che decide quale sarà il suo piano di vita. Ne consegue che bambini allevati dagli stessi genitori e nel medesimo ambiente possono decidere piani di vita completamente diversi. Le prime decisioni del copione derivano dalle emozioni e dall’esame di realtà del bambino, e vengono prese prima ancora che egli abbia la capacità di parola.

"Il copione è rinforzato dai genitori": attraverso messaggi non verbali e verbali. Tali messaggi di copione costituiscono la struttura di riferimento in risposta alla quale il bambino prende le principali decisioni di copione. E’ in tale modo che i genitori possono esercitare una forte influenza sulla decisione di copioni di un bambino.

"Giustificata dagli avvenimenti successivi": la vita di ogni persona si presenta, pur con il variare delle situazioni specifiche, con un’identità di fondo derivante dal fatto che gli avvenimenti, le persone, i problemi che si incontrano nel corso della vita vengono affrontati e gestiti sempre in modo abbastanza similare, basandosi sulle convinzioni prese durante l’infanzia. Spesso non facciamo altro che interpretare la realtà all’interno della nostra struttura di riferimento, cosicché essa possa giustificare le decisioni del copione prescelto.

"Il copione culmina in una scelta decisiva (finale)": la scena finale è detta tornaconto del copione, ed è stata scelta quando il bambino piccolo ha scritto la storia della propria vita. Il carattere di ripetitività del copione ci rivela che, quando da adulti si realizza il copione, senza alcuna consapevolezza, si scelgono dei comportamenti che permettono di raggiungere il tornaconto del copione prescelto.

"Il copione di vita può essere cambiato: dal momento che siamo noi ad aver deciso il nostro piano di vita, abbiamo anche il potere di cambiarlo, prendendo nuove decisioni in qualsiasi momento.

Il percorso terapeutico con l’Analisi Transazionale aiuta le persone a divenire consapevoli del proprio copione di vita e a modificarlo se questo è limitante per loro; la persona può essere aiutata anche a ritornare a quelle prime esperienze che hanno fatto sì che prendesse delle decisioni che allora erano necessarie per la sua sopravvivenza fisica o psichica (es. “non fidarsi degli altri”), ma che ora rappresentano un intralcio; essa può prendere ora la ridecisione di comportarsi in modo diverso per vivere una vita più soddisfacente nel presente.

Anche quando la vita è guidata da un copione, vi sono sempre dei periodi in cui la persona sembra sfuggire al suo infelice destino. Questo periodo che appare normale è detto controcopione. Il controcopione è in funzione quando il piano di vita infelice lascia spazio ad un periodo più felice. Questo però è solo temporaneo ed invariabilmente si verifica un crollo che riporta al copione originario. Nel caso di un alcolista, ci potrebbe essere un periodo di sobrietà; per una persona depressa con un copione di suicidio ci potrebbe essere un breve periodo di felicità, che inevitabilmente termina quando le ingiunzioni del copione prendono il sopravvento.

I copioni, se non vengono cambiati, vengono passati di generazione in generazione, come "patate bollenti," dai genitori ai figli, in una catena ininterrotta di pattern comportamentali tossici di disadattamento.

DECISIONI DI COPIONE

Se un ambiente familiare è sano, i genitori offriranno ai figli protezione incondizionata, qualunque cosa essi facciano. Se invece i genitori danno la loro protezione a condizione che i figli si sottomettano alle loro ingiunzioni e attribuzioni, sarà molto probabile che i figli sviluppino un copione. Le decisioni di copione vengono spesso prese consciamente, per poter ubbidire alle ingiunzioni dei genitori, anche se contrarie al proprio interesse. A questo punto, il bambino baratta la sua autonomia per la protezione dei genitori, per evitare critiche e punizioni. Questa decisione comporta il passaggio da una posizione "Io sono OK" ad una "Io non sono OK": Spesso si decide anche se gli altri sono OK oppure no. Se una persona ha preso decisioni di questo tipo potrà aver bisogno dell’aiuto di un terapeuta per cestinare il copione e cominciare a seguire una rotta di autonomia o, come dice Berne, per "chiudere uno spettacolo e metterne in scena uno nuovo.".

Se la persona viene aiutata a ritornare a quelle prime esperienze che hanno fatto sì che prendesse delle decisioni che allora erano necessarie per la sua sopravvivenza fisica o psichica, ma che ora rappresentano un intralcio, essa può prendere la ridecisione di comportarsi in modo diverso per vivere una vita più soddisfacente nel presente.

Si può osservare un copione in brevi sequenze di comportamento, dette minicopioni, che imitano e rafforzano di continuo il copione. Il fatto è che tutto ciò che succede nella vita psichica ed emotiva di una persona si riflette nel suo comportamento. In questo modo, studiando le transazioni, gli analisti transazionali sono in grado di capire i modi e le ragioni del comportamento e di aiutare le persone a smettere di giocare, a cambiare il copione e ad ottenere il massimo dalla vita.

COPIONI TRAGICI E COPIONI BANALI

Alcuni copioni sono tragici, altri sono banali. I copioni tragici sono quelli drammatici come la tossicodipendenza, il suicidio o la "malattia mentale." I copioni banali o ordinari sono meno drammatici ma ben più comuni: sono i melodrammi della vita di tutti i giorni. Generalmente coinvolgono grandi sottogruppi di persone: gli uomini, le donne, interi gruppi razziali, i giovani. Persone che appartengono a questi gruppi hanno copioni che le fanno vivere in modi predeterminati: in passato, ad esempio, le donne dovevano essere molto sensibili, casalinghe amorevoli e non avevano il permesso di essere logiche, forti o indipendenti; gli uomini dovevano essere logici, forti, dovevano mantenere la famiglia e non era loro permesso di essere infantili, di aver paura, di essere affettuosi o di aver bisogno di affetto. Una vita basata su un copione banale può implicare: andare di male in peggio, non divertirsi mai, essere sempre pieni di debiti, o occuparsi sempre degli altri trascurando se stessi.

Gli appartenenti a certe nazionalità o a certe razze si presume che debbano essere brillanti o stupidi, o onesti, subdoli, atleti eccezionali o imprudenti, freddi, ecc. In alcune culture ai bambini viene imposto un copione che li costringe ad essere competitivi, così che avranno difficoltà a collaborare e a convivere in pace. Altre culture invece danno massima importanza allo spirito di collaborazione, ma coloro che sono forti si sentiranno non OK. Questi copioni culturali possono avere un’influenza nociva su intere popolazioni.

Parzialmente tratto dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti)

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

I modi di strutturare il tempo: rituali, passatempi, giochi, intimità, lavoro.

Sono cinque i modi in cui si può strutturare il tempo e ricevere carezze:

1. Il rituale è uno scambio predeterminato di carezze di riconoscimento.

2. Il passatempo è una conversazione predeterminata su un certo argomento. I passatempi sono particolarmente evidenti ai ricevimenti e alle riunioni familiari. Alcuni dei più comuni passatempi sono: il tempo (Non è eccezionale questo caldo?), lo sport (Come va quest’anno la Juve in campionato?), la droga (Non sarebbe meglio legalizzare le droghe leggere?) o i pettegolezzi d’alcova (È vero che X si è separato da Y per mettersi con W che ha divorziato da Z?).

3. I giochi sono serie di transazioni ripetitive e ambigue, fatte per ottenere carezze. Sfortunatamente, le carezze che si ottengono con i giochi sono per la maggior parte negative. Il gioco è un metodo malriuscito per avere le carezze desiderate.

4. L’intimità è uno scambio di carezze diretto e potente, spesso implorato ma raramente ottenuto perché il Bambino se ne tiene lontano, spaventato da precedenti dolorose esperienze. L’intimità non è la stessa cosa del sesso, anche se spesso la si trova nel sesso. Peraltro il sesso può anche essere un rituale, un passatempo, un gioco o un lavoro.

5. Il lavoro è un’attività che ha un prodotto come risultato. Un buon lavoro sortisce, come effetto secondario, uno scambio di carezze.

Intimità e lavoro sono i due modi più soddisfacenti di ottenere carezze. Sfortunatamente un’intimità duratura è difficile da raggiungere perché spesso le persone sono del tutto impreparate dal punto di vista emotivo, e il lavoro è spesso insoddisfacente se si lavora isolatamente e non si viene lodati per i risultati ottenuti. Ecco perché si ricorre a rituali, a giochi o passatempi, che sono modi più sicuri, anche se molto meno soddisfacenti, di ottenere carezze. Ad esempio, un matrimonio può essere una serie infinita e noiosa di rituali, passatempi e giochi; spesso la ragione è che entrambi i coniugi vivono sulla base di copioni di vita che li privano delle carezze, impedendo agli uomini di provare sentimenti ed intimità ed alle donne di usare l’Adulto per chiedere e ricevere l’amore che desiderano.

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti)

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Il Triangolo Drammatico

Per illustrare il triangolo drammatico si può usare l’esempio del gioco della Tossicodipendenza. In questo gioco il tossicodipendente, che ricopre il ruolo di Vittima della dipendenza, dell’umiliazione, del pregiudizio, dell’incuria dei medici e della brutalità della polizia, cerca e trova un Salvatore. Il Salvatore svolge il suo ruolo cercando, con generosità ed altruismo, di aiutare il drogato senza assicurarsi che questi si senta responsabile di intraprendere un percorso che lo allontani dalla droga. Dopo un certo numero di frustranti tentativi falliti il Salvatore si arrabbia e passa ad un ruolo di Persecutore, nel quale accusa, insulta, trascura o punisce il tossicodipendente; il quale, a questo punto, passa dal ruolo di Vittima a quello del Persecutore e contrattacca, insulta, diventa violento, finisce al pronto-soccorso nel cuor della notte. Quello che era il Salvatore ora diventa Vittima in questo gioco, dove lo scambio dei ruoli va avanti incessantemente nella giostra del Triangolo Drammatico.

In psicoterapia, per evitare il triangolo drammatico, l’analista transazionale insiste sulla stipula di un contratto, nel quale il cliente indica specificamente ciò per cui vuole essere curato. Questo rappresenta una protezione per entrambi, terapeuta e cliente: il terapeuta sa esattamente cosa vuole il cliente, mentre il cliente sa ciò su cui il terapeuta lavorerà e quando sarà completata la terapia. In ogni caso, il modo migliore per non cadere nel triangolo drammatico è quello di evitare i ruoli di Salvatore, di Persecutore o di Vittima rimanendo nello stato dell’Io Adulto.

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti)

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

I Giochi

L’aspetto essenziale dei giochi sta nel loro essere scambi di carezze, ingannevoli o nascosti. Il gioco è una serie ripetitiva di transazioni nascoste che ha un inizio, un proseguimento, una fine e un tornaconto. Il tornaconto è un vantaggio occulto che motiva i giocatori a partecipare al gioco. L’Analisi Transazionale divenne una moda nazionale negli Anni Sessanta grazie all’enorme successo del libro di Eric Berne A che gioco giochiamo? nel quale i vari giochi venivano chiamati con nomi divertenti ("Ti ho beccato," "Prendimi a calci," "Sto solo cercando di aiutarti"). Ad esempio Jane gioca a "Perché non… Si, ma…": chiede consiglio agli altri, ma rifiuta tutti i suggerimenti, per cui alla fine sono tutti esasperati. Questo è il genere di conversazione che va avanti all’infinito, sempre uguale, particolarmente nei gruppi di terapia, ambiguo e non palese. A livello sociale sembra una conversazione tra una persona nello stato dell’Io Adulto che fa una domanda ad una o più persone, anch’esse nello stato dell’Io Adulto. Ciò che la rende un gioco è che nessuno dei suggerimenti offerti viene accettato. La ragione è che, a livello psicologico, molto più significativo, la verità è che Jane magari ha bisogno di un consiglio, ma ha molto più bisogno di carezze; e dato che queste le vengono date in modo molto indiretto, sono molto meno soddisfacenti di quanto non sarebbero delle carezze dirette. E così il gioco si interrompe su una nota di frustrazione depressa.

TORNACONTO

In questo gioco ci sono diversi tipi di tornaconto. Ogni gioco ha un suo tornaconto, e su tre livelli diversi: 1. Il tornaconto biologico del gioco sono le carezze. Anche se il gioco "finisce male", tutti i giocatori ne traggono un numero considerevole di carezze, sia positive che negative. 2. Il tornaconto sociale del gioco è la strutturazione del tempo: si riesce a riempire con un’attività stimolante del tempo che altrimenti sarebbe potuto essere noioso e deprimente. 3. Il tornaconto esistenziale di un gioco è il modo in cui esso conferma la posizione esistenziale di ognuno dei giocatori.

GRADI

I giochi si possono giocare a diversi livelli o gradi. Il nostro precedente esempio di "Perché non… Si, ma…" rappresenta la versione più leggera (di primo grado) del gioco, perché è relativamente innocua. La versione più pesante (di terzo grado) potrebbe essere il gioco dell’alcolista che continua a rispondere "Si, ma…" ad ogni suggerimento del suo Salvatore, fin sul letto di morte. I giochi di terzo grado comportano un danno fisico.

RUOLI

Persone diverse assumono ruoli diversi nei giochi a cui prendono parte. Se una persona è disposta a ricoprire uno dei ruoli del gioco, spesso si troverà a svolgerne anche gli altri. Vi sono molti ruoli diversi, ma i tre ruoli fondamentali in un gioco sono quello del Persecutore, del Salvatore e della Vittima. Famiglie intere, ambienti di lavoro, scuole, perfino amicizie sono costruite sulla base di questi ruoli. I tre ruoli possono essere rappresentati ai tre vertici di un triangolo, per illustrare cosa succede (vedi il Triangolo Drammatico).

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti)

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

La Posizione Esistenziale

Per sviluppare un’identità personale, già nell’infanzia ogni persona determina qual è il significato della sua vita, o esistenza. Alcuni decidono che sono OK e che vivranno bene; molti altri invece decidono che non sono OK e che in un modo o nell’altro falliranno. Questa aspettativa, basata sulla decisione di come sarà la loro vita, sarà la loro posizione esistenziale. Una persona può sentirsi OK o non OK, rispetto a se stessa e agli altri, per cui vi sono quattro posizioni esistenziali principali: "Io sono OK, tu sei OK," "Io sono OK, tu non sei OK," "Io non sono OK, tu sei OK" e "Io non sono OK, tu non sei OK."

Compilato dal ITAA Development Committee Task Forceon Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti).

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Le Carezze

Le carezze sono il riconoscimento dato ad una persona. Sono essenziali alla vita. Senza di esse, dice Berne, "la spina dorsale avvizzisce." È stato dimostrato che un neonato ha bisogno del contatto fisico per rimanere in vita. Gli adulti possono accontentarsi di un contatto fisico più limitato e sopperiscono con lo scambio di carezze verbali: carezze positive, come le lodi o le espressioni di apprezzamento; o carezze negative, come i giudizi negativi o le umiliazioni. Ecco perché lo scambio di carezze è l’attività più importante che occupa le persone nella loro vita quotidiana.

L’ECONOMIA DELLE CAREZZE

Uno degli aspetti più temibili del Genitore Normativo è che stabilisce una serie di regole che controllano il dare e ricevere carezze (Non dare, non chiedere, non accettare o non darti carezze). L’effetto che hanno queste regole, o economia di carezze, è quello di impedire che le persone si scambino carezze liberamente e si occupino del loro bisogno di carezze. Di conseguenza, la maggior parte degli esseri umani vive in uno stato di fame di carezze e sopravvive con una dieta – di carezze – insufficiente, proprio come coloro che non hanno da mangiare a sufficienza, passando molto tempo e facendo molti sforzi per cercare di soddisfare questa fame. Le carezze positive, dette talvolta "caldomorbidi," come tenersi per mano o dire "Ti voglio bene", danno a chi le riceve la sensazione di essere OK. Vi sono anche carezze negative, che sono forme di riconoscimento sgradevoli o dolorose, come il sarcasmo, l’umiliazione, uno schiaffo, un insulto, o dire "Ti odio." Le carezze negative fanno sentire non OK chi le riceve. Tuttavia, anche se non piacevoli, sono pur sempre una forma di riconoscimento e non fanno "avvizzire la spina dorsale." Questa è la ragione per cui una persona preferisce carezze negative piuttosto che nessuna carezza. Questo spiega perché certe persone sembrano farsi del male intenzionalmente nelle loro relazioni con altre persone: non perché amino "farsi del male," ma perché non riescono ad avere un riconoscimento positivo e preferiscono carezze negative dolorose piuttosto che stare senza carezze.

Si può imparare a scambiarsi carezze liberamente, ad aprire il proprio cuore, a dare e chiedere carezze senza vergogna né imbarazzo. Persone diverse preferiscono carezze diverse, e ognuno ha le sue preferenze, i suoi desideri segreti. Vi sono molti tipi di carezze positive: ci sono le carezze fisiche e quelle verbali. Le carezze fisiche possono essere abbracci, baci, carezze, leggere o intense, sexy, sensuali o solo amichevoli, affettuose o appena canzonatorie. Le carezze verbali possono riguardare l’aspetto di una persona: il viso, il corpo, il portamento, le movenze; o la personalità: l’intelligenza, la sensibilità, l’amorevolezza, il coraggio. In ogni caso la persona ha bisogno e merita di ricevere carezze; se le chiede, generalmente trova qualcuno che ha proprio le carezze che lei desidera ed è disposto a dargliele.

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti)

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Le Transazioni: complementari, incrociate e nascoste

Ogni volta che una persona è in relazione con un’altra persona si avranno delle transazioni. Ogni transazione è composta da uno stimolo e da una risposta; inoltre, le transazioni possono procedere dal Genitore, dall’Adulto o dal Bambino di una persona al Genitore, all’Adulto o al Bambino di un’altra persona.

TRANSAZIONI COMPLEMENARI E TRANSAZIONI INCROCIATE. Una transazione complementare impegna lo stesso stato dell’Io in ogni persona. Nella transazione incrociata invece, la risposta transazionale è indirizzata ad uno stato dell’Io diverso da quello che ha lanciato lo stimolo.

Fintanto che le transazioni sono complementari la comunicazione può continuare tra due persone. L’importanza delle transazioni incrociate sta nel fatto che esse interrompono la comunicazione: è utile ricordarlo perché questo aiuta l’analista transazionale a capire perché la comunicazione si è interrotta. Vale la regola che "se c’è un’interruzione nella comunicazione, è stata causata da una transazione incrociata." Un particolare tipo di transazione incrociata è la transazione di svalutazione. In questo caso una persona, nella sua risposta, trascura completamente il contenuto dello stimolo transazionale. Non sempre la svalutazione è evidente, ma procura scompiglio in chi la riceve e, se ripetuta, può turbare gravemente.

TRANSAZIONI NASCOSTE. Le transazioni nascoste sono quelle in cui si dice una cosa intendendone un’altra; stanno alla base dei giochi e rivestono particolare interesse perché sono ingannevoli. Esse hanno un livello sociale (palese) e un livello psicologico (nascosto).

È importante saper riconoscere la differenza tra il livello sociale e il livello nascosto perché, volendo capire e prevedere cosa farà una persona, il livello nascosto offre maggiori informazioni di quello palese.

Una delle principali ragioni per cui diciamo una cosa intendendone un’altra è che in generale ci vergognamo dei desideri e dei sentimenti del nostro Bambino o del nostro Genitore. Nonostante questo, però, agiamo sulla base di questi desideri ed esprimiamo questi sentimenti, fingendo di fare qualcosa di diverso. Possiamo ad esempio essere sarcastici sorridendo invece di esprimere la rabbia in modo diretto; oppure, se intimoriti possiamo contrattaccare anziché ammettere le nostre paure.

Spesso fingiamo indifferenza quando vogliamo amore o attenzione e ci è difficile darne o riceverne. In effetti, siccome la nostra vita è immersa nelle mezze verità e nell’inganno, può succedere che non sappiamo neppure più cosa il nostro Bambino voglia veramente. Né ci aspettiamo che gli altri siano completamente sinceri, sicché non sappiamo mai se possiamo fidarci di ciò che dicono. Gli analisti transazionali incitano ad essere sinceri, con gli altri e con se stessi, riguardo ai propri desideri e sentimenti invece di ingannare o fingere. Solo così si può scoprire ciò che si desidera, come chiederlo e, se possibile, come ottenerlo.

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti).

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Stati dell'Io

Le interazioni interpersonali sono costituite da transazioni. Ogni transazione si compone di due parti: lo stimolo e la risposta. Le singole transazioni normalmente fanno parte di una serie. Alcune di queste serie o sequenze di transazioni possono essere dirette, produttive, sane; oppure possono essere ambigue, distruttive, malsane.

La persona, quando interagisce, lo fa da uno di tre diversi Stati dell'Io. Lo stato dell'Io è un modo specifico di pensare, sentire e comportarsi. Ogni stato dell’Io ha origine in una specifica regione del cervello. Il comportamento di una persona può venire dal suo stato dell’Io Genitore , o dallo stato dell’Io Bambino , o dallo stato dell’Io Adulto. Ogni nostra azione proviene da uno di questi tre Stati dell'Io.

IL BAMBINO. Quando siamo nello Stato dell’Io Bambino, agiamo come agirebbe il fanciullo della nostra infanzia. Non si tratta di una messa in scena: pensiamo, sentiamo, vediamo, ascoltiamo e reagiamo come un bambino di tre, o cinque, o otto anni. Gli Stati dell’Io non sono dei ruoli, ma stati dell’essere che proviamo realmente. Quando il Bambino è affettuoso o scontroso, impulsivo, spontaneo o giocoso, viene detto Bambino Naturale. Quando è pensoso, creativo, ingegnoso è detto il Piccolo Professore. Se ha paura, si sente in colpa o si vergogna è detto Bambino Adattato. Il Bambino prova tutte le emozioni: paura, amore, rabbia, gioia, tristezza, vergogna e così via. Spesso il Bambino è considerato la fonte di tutti i problemi di una persona, proprio perché è egocentrico, emotivo, potente, e fa resistenza nei confronti delle repressioni cui è soggetto crescendo.

L’Analisi Transazionale (AT) considera il Bambino come fonte di creatività, ricreazione e procreazione; l’unica fonte di rinnovamento della vita. Nei bambini si può osservare il Bambino per lunghi periodi di tempo; ma anche negli adulti, nelle situazione in cui è loro permesso di lasciar emergere il Bambino, come alle feste o alla partita. Il Bambino può affiorare, per brevi periodi, anche in altre situazioni dove può essere del tutto indesiderato, come durante importanti riunioni d’affari, o discussioni serissime, o a scuola. Nella sua forma meno auspicabile, può dominare completamente la vita, come nel caso di una persona con gravi disturbi emotivi, il cui Bambino confuso, depresso, folle o vizioso la porterà alle soglie dell’autodistruzione, con un comportamento che sfugge al suo controllo. Inoltre, il Bambino può emergere per lunghi periodi, sotto forma di depressione o dolore, come nel caso di chi abbia subito una grave perdita.

IL GENITORE. Il Genitore è come un registratore: è una raccolta di codici pre-registrati, pre-giudicati, preconcetti che indirizzano la vita. Nello stato dell’Io Genitore, la persona pensa, sente e si comporta come uno dei suoi genitori o chi ne abbia fatto le veci. Il Genitore decide, senza ragionare, come reagire alle situazioni, cosa è bene e cosa no, come si dovrebbe vivere. Il Genitore giudica a favore o contro, e può rappresentare un controllo o un sostegno. Quando il Genitore ha un atteggiamento critico è detto Genitore Normativo ; quando offre appoggio viene detto Genitore Affettivo.

Uno degli stati dell’Io può dominare la persona, con esclusione degli altri due. Ad esempio il Genitore Affettivo o Normativo può escludere gli altri stati dell’Io, e la persona non riesce ad usare il Bambino o l’Adulto, con grave svantaggio in quanto, per poter essere un essere umano pienamente funzionante, i suoi stati dell’Io devono essere disponibili quando necessario.

Se l’unico stato dell’Io funzionante è il Genitore esclusore, la persona vive senza l’ausilio del Bambino o dell’Adulto, privo quindi dei due terzi di tutto il suo potenziale.

Il Genitore utilizza vecchie "registrazioni" per risolvere i problemi ed è quindi in generale indietro di venticinque anni rispetto ai tempi (ma può essere indietro di 250 o magari di 2.500 anni). È utile quando l’Adulto non ha informazioni a disposizione o non ha il tempo per pensare. D’altra parte, il Bambino con la sua intuizione potrà trovare soluzioni innovative, che potrebbero però non essere altrettanto affidabili delle decisioni prese dall’Adulto che esamina i dati.

L’ADULTO. Nello stato dell’Io Adulto la persona funziona come un computer: opera sulla base dei dati che raccoglie e che poi memorizza o utilizza per prendere decisioni secondo un programma logico. Nello stato dell’Io Adulto la persona usa il pensiero logico per risolvere i problemi, assicurandosi che il processo non venga contaminato dalle emozioni del Bambino o del Genitore. Da ciò si potrebbe concludere che le emozioni non sono positive, mentre significa solo che per poter essere logici e razionali dobbiamo saperci tenere distinti dalle emozioni. Questo non vuol dire che essere logici e razionali sia sempre la cosa migliore. In realtà, così come un Genitore esclusore produce un essere umano incompleto, anche un Adulto esclusore ha un effetto limitante. Qualcuno obietterà, con ragione: "Io sono adulto però ho delle emozioni!". Ma essere una persona matura o adulta non è lo stesso che essere nello stato dell’Io Adulto: un bambino può essere nello stato dell’Io Adulto, così come gli adulti ben funzionanti usano di continuo il Genitore e il Bambino.

L’Adulto elabora tutti i dati che gli vengono forniti. Se i dati sono aggiornati le risposte dell’Adulto saranno tempestive e più efficaci di quanto non sia la soluzione del Genitore. Se i dati non sono corretti, il computer dell’Adulto produrrà risposte non corrette. Una funzione molto importante dell’Adulto è quella di prevedere risultati o conseguenze e di fornire una critica fattuale dei comportamenti di chi persegue gli obiettivi prescelti. Questa funzione critica è diversa da quella del Genitore Normativo, il quale si basa sui valori anziché sui fatti.

Anche le informazioni che arrivano dal Bambino possono venire accettate così come sono, senza controllo, e in questi casi si parla di illusione o fissazione. La fissazione è basata generalmente su una paura o su una speranza del Bambino, accettata dall’Adulto come realtà. Ad esempio, se una persona si convince che il governo sta cercando di avvelenarla, con tutta probabilità ciò si basa sulle paure del Bambino che il suo Adulto accetta, piuttosto che su dati oggettivi. In Analisi Transazionale un processo molto importante è la decontaminazione dell’Adulto.

LE VOCI NELLA TESTA. Come si ricorderà, lo stato dell’Io Genitore è come un registratore che contiene affermazioni preconcette, pre-giudicate, pre-programmate. Queste "registrazioni" possono venire avviate se siamo nello stato dell’Io Adulto o Bambino e noi le sentiamo come delle "voci nella testa". L’ascolto di queste registrazioni del Genitore può essere piacevole o no, a seconda del Genitore che le ha prodotte. In altre teorie della personalità, le temibili voci del Genitore Normativo sono definite come super-Io severo, o trappole cognitive, scarsa autostima, protettore punitivo o aspettative catastrofiche.

Il Genitore Normativo dice cose umilianti del tipo: "Sei cattivo, stupido, brutto, pazzo e malato; non hai scampo, non sei OK" Il Genitore Affettivo ama incondizionatamente il Bambino e dice cose come: "Ti voglio bene," "Sei un vincitore," "Sei in gamba," "Sei una principessa" o "Sei una bellezza." Talvolta il Genitore Normativo esercita il controllo sul Bambino impedendogli di essere contento di se stesso. Se il Bambino vuol essere amato, il Genitore Normativo gli dice: "Non lo meriti." Se il Bambino vuole dare amore, il Genitore Normativo magari gli dice "Non è desiderato." Se il Bambino fa controvoglia un lavoro ingrato, il Genitore Normativo gli dirà: "È il meglio che tu possa fare, dal momento che sei pigro." Se il Bambino tira fuori un’idea nuova che contrasta con vecchi schemi, il Genitore Normativo potrà rispondere: "Devi essere pazzo a pensare in quel modo." Il Genitore Normativo può farci sentire non OK e costringerci a fare cose che non vogliamo fare. Per contrapporsi a questo tipo di Genitore Normativo occorre imparare a sviluppare il proprio Genitore Affettivo, l’Adulto o il Bambino Naturale.

L’ egogramma ci aiuta a rivelare la forza relativa degli stati dell’Io di una persona in ogni momento. Questo è molto utile per mostrare schematicamente il modo in cui una persona cambia col tempo e in particolare come riesce a ridurre l’influenza del Genitore Normativo facendo crescere il Genitore Affettivo, l’Adulto o il Bambino.

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti).

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Cos'è l'Analisi Transazionale

L'Analisi Transazionale è una teoria della personalità elaborata dallo psichiatra Eric Berne negli anni 50. Il suo nome deriva dal termine "transazione" che significa "scambio" ed ha quindi per oggetto le transazioni, ovvero gli scambi che si verificano tra due individui che comunicano.
Le transazioni vengono analizzate, dunque, quali indicatori di elementi sottostanti e più profondi della personalità, gli "Stati dell'Io", che sono parti tra loro coerenti dell'Io, il vasto e complesso nucleo della nostra identità psicologica.
L'Analisi Transazionale è una teoria psicologica di facile comprensione ma estremamente acuta, relativa al pensiero, ai sentimenti e al comportamento delle persone e allo stesso tempo è un sistema efficace ed attuale di psicoterapia, di analisi socio-culturale, valido anche nel campo dell'educazione, delle organizzazioni, e della psichiatria sociale.

Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti).

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Attacchi di panico: sintomi e trattamento

"Per me, un attacco di panico è quasi un’esperienza violenta. Mi sento scollegato dalla realtà. Mi sento come se stessi perdendo il controllo in un modo molto estremo. Il mio cuore batte molto forte, mi sento come se non riuscissi a respirare, e provo una schiacciante sensazione che le cose mi stiano crollando addosso. "

“È iniziato 10 anni fa, quando mi ero appena laureata e avevo iniziato un nuovo lavoro. Ero ad un seminario d’affari in un hotel e questa cosa è successa all’improvviso. Mi sentivo come se stessi per morire ".

"Tra gli attacchi c'è questa paura e ansia che stia per accadere di nuovo. Ho paura di tornare in luoghi in cui ho avuto un attacco. Se non ricevo aiuto, presto non ci sarà nessun posto dove potrò andare e sentirmi al sicuro dal panico. "

Il Disturbo di Panico è un disagio caratterizzato da improvvisi attacchi di terrore, di solito accompagnati da battito cardiaco accelerato, sudorazione, debolezza o capogiri. Nel corso di questi attacchi, le persone con disturbo di panico possono diventare paonazze o sentirsi gelate, possono avere formicolii alle mani o sentirle intorpidite; inoltre possono avere nausea, dolore al torace o sensazione di soffocamento. Gli attacchi di panico di solito producono senso di irrealtà, paura di morte imminente o paura di perdere il controllo. Anche la paura dei propri inspiegabili sintomi fisici è un sintomo del disturbo di panico. Le persone che hanno crisi di panico a volte credono di avere un attacco di cuore, di perdere la testa, o di essere sul punto di morire. Non possono prevedere quando o dove un attacco si verificherà, e tra gli episodi molti si preoccupano e temono il prossimo attacco. L’attacco di panico può verificarsi in qualsiasi momento, anche durante il sonno. Un attacco di solito raggiunge il suo picco entro 10 minuti, ma alcuni sintomi possono durare molto più a lungo.

Il disturbo di panico colpisce circa 6 milioni di americani adulti ed è due volte più comune nelle donne che negli uomini. Gli attacchi di panico spesso iniziano verso la fine dell'adolescenza o all'inizio dell'età adulta, ma non tutti quelli che sperimentano attacchi di panico svilupperanno il disturbo. Molte persone hanno un solo attacco e non ne hanno mai più un altro.

Le persone che hanno ripetuti, estenuanti attacchi di panico possono essere molto invalidati dalla loro condizione e dovrebbero cominciare un trattamento prima di iniziare ad evitare luoghi o situazioni in cui attacchi di panico si sono verificati. Ad esempio, se un attacco di panico è avvenuto in un ascensore, una persona con il disturbo di panico può sviluppare una paura degli ascensori che potrebbe influenzare la scelta di un lavoro o di un appartamento, e limitare i luoghi in cui questa persona può ricercare cure mediche o godere di un momento di intrattenimento e divertimento. La vita di alcune persone diventa così limitata che esse evitano normali attività, come ad esempio andare a fare la spesa o guidare. Circa un terzo si chiudono in casa o sono in grado di affrontare una situazione temuta solo se accompagnati da un coniuge o da un’altra persona di fiducia. Quando la condizione progredisce fino a questo punto, è chiamata agorafobia, o paura degli spazi aperti.

Il trattamento precoce può spesso evitare l’insorgere dell'agorafobia, ma le persone con disturbo di panico possono talvolta andare da un medico all’altro per anni e farsi visitare al pronto soccorso più volte prima che qualcuno diagnostichi correttamente la loro condizione. Questo non è opportuno, perché il disturbo di panico è uno dei più trattabili tra tutti i disturbi d'ansia; risponde nella maggior parte dei casi ad alcuni tipi di farmaci o ad alcuni tipi di psicoterapia. Il disturbo di panico è talvolta accompagnato da altri gravi problemi, come ad esempio la depressione, l’abuso di sostanze stupefacenti o l’alcolismo.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

ANSIA Trattamento dei disturbi d'ansia -
I farmaci

In generale, i disturbi d'ansia sono trattati con i farmaci, con la psicoterapia, o con entrambi. La scelta del trattamento dipende dal problema e dalla preferenza della persona. Prima di iniziare il trattamento, un medico deve condurre un'attenta valutazione diagnostica per determinare se i sintomi sono causati da un disturbo d’ansia o da un problema fisico.

Se viene diagnosticato un disturbo d’ansia, devono essere identificati il tipo di disturbo o la combinazione di disturbi che sono presenti, così come qualsiasi condizione coesistente, come ad esempio la depressione o l’abuso di sostanze. A volte l'alcolismo, la depressione, o altre condizioni coesistenti hanno un tale forte effetto sugli individui che per trattare il disturbo d’ansia si deve attendere fino a quando tali condizioni sono sotto controllo.

Le persone con disturbi d'ansia che hanno già effettuato un trattamento dovrebbero informare dettagliatamente il loro attuale medico di quel trattamento. Se hanno preso farmaci, devono informare il medico su quale farmaco è stato utilizzato, qual era il dosaggio all'inizio del trattamento, se il dosaggio è stato aumentato o diminuito mentre erano sotto trattamento, quali effetti collaterali si sono verificati, e se il trattamento li ha aiutati a diventare meno ansiosi. Se hanno fatto una psicoterapia, dovrebbero descrivere il tipo di terapia, la frequenza delle sedute, e se la terapia è stata utile. Spesso le persone credono che hanno "fallito" nel trattamento o che il trattamento non ha funzionato per loro, quando, in realtà, non è stato seguito per un adeguato periodo di tempo o non è stato gestito correttamente. A volte le persone devono provare diversi trattamenti o combinazioni di trattamento prima di trovare quello che per loro funziona.

I FARMACI

I farmaci non curano i disturbi d'ansia, ma possono tenerli sotto controllo mentre la persona segue una psicoterapia. Il farmaco deve essere prescritto da medici, solitamente psichiatri. I principali farmaci utilizzati per i disturbi d'ansia sono gli antidepressivi, gli ansiolitici, e i beta-bloccanti per controllare alcuni dei sintomi fisici. Con un corretto trattamento, molte persone con disturbi d'ansia possono condurre una vita normale e appagante.

Gli antidepressivi

Gli antidepressivi sono stati sviluppati per il trattamento della depressione, ma sono anche efficaci per i disturbi d'ansia. Sebbene questi farmaci inizino a modificare la chimica cerebrale dopo la prima dose, il loro pieno effetto richiede una serie di cambiamenti per verificarsi; sono necessarie circa 4 - 6 settimane prima che i sintomi inizino ad affievolirsi. È importante continuare a prendere questi farmaci abbastanza a lungo affinchè funzionino.

Gli SSRI

Alcuni dei più nuovi antidepressivi sono chiamati inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o SSRI. Gli SSRI modificano i livelli del neurotrasmettitore serotonina nel cervello, che, come altri neurotrasmettitori, aiuta le cellule cerebrali a comunicare le une con le altre. La fluoxetina (Prozac®), la sertralina (Zoloft®), l’ escitalopram (Lexapro®), la paroxetina (Paxil®), e il citalopram (Celexa®) sono alcuni degli SSRI comunemente prescritti per disturbi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo post-traumatico da stress e la fobia sociale. Gli SSRI sono anche usati per il trattamento del disturbo di panico quando si verifica in combinazione con il disturbo ossessivo-compulsivo, la fobia sociale, o la depressione. La Venlafaxina (Efexor ®), un farmaco strettamente legato agli SSRI, è usato per il trattamento del disturbo d’ansia generalizzato. Questi farmaci vengono somministrati inizialmente a dosi basse che gradualmente vengono aumentate fino a quando non si ottiene un effetto benefico. Gli SSRI hanno meno effetti collaterali rispetto ai vecchi antidepressivi, ma talvolta producono lieve nausea o nervosismo quando si inizia a prenderli. Questi sintomi svaniscono con il tempo. Alcune persone sperimentano disfunzioni sessuali con gli SSRI, e possono essere aiutati regolando il dosaggio o passando ad un altro SSRI.

I Triciclici

I triciclici sono farmaci più datati rispetto agli SSRI e funzionano così come gli SSRI per disturbi d'ansia diversi dal disturbo ossessivo-compulsivo. Anch’essi all’inizio vengono somministrati a basse dosi le quali vengono poi progressivamente aumentate. A volte possono causare capogiri, sonnolenza, secchezza delle fauci, aumento di peso, condizioni che solitamente possono essere corrette modificando il dosaggio o passando ad un altro farmaco triciclico. I Triciclici comprendono l’ imipramina (Tofranil ®), che è prescritto per il disturbo di panico e per il disturbo d’ansia generalizzata (GAD), e la clomipramina (Anafranil ®), che è l'unico antidepressivo triciclico utile per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo (OCD).

Gli IMAO

Gli Inibitori della monoamino-ossidasi (IMAO) sono la più vecchia classe di farmaci antidepressivi. I più comuni IMAO per i disturbi d'ansia sono la fenelzina (Nardil ®), seguita da tranilcipromina (Parnate ®), e Isocarboxazide (Marplan ®), che sono utili nel trattamento di disturbi di panico e fobia sociale. Le persone che prendono IMAO non possono mangiare una varietà di cibi e bevande (compreso il formaggio e il vino rosso) che contengono tiramina nè prendere alcuni farmaci, tra cui alcuni tipi di pillole anticoncezionali, antidolorifici, farmaci per il freddo e le allergie, erbe ed integratori; queste sostanze possono interagire con gli IMAO e causare pericolosi aumenti di pressione sanguigna. Lo sviluppo di un nuovo cerotto di IMAO può aiutare a ridurre tali rischi. Gli IMAO possono anche interagire con gli SSRI e produrre una grave condizione chiamata "sindrome serotoninergica", che può causare confusione, allucinazioni, aumento della sudorazione, rigidità muscolare, convulsioni, variazioni della pressione sanguigna o del ritmo cardiaco, e altre condizioni potenzialmente pericolose per la vita.

Gli ansiolitici

Di potenza elevata, le benzodiazepine combattono l'ansia e hanno pochi effetti indesiderati a parte la sonnolenza. Poiché le persone possono abituarsi al loro uso e possono avere bisogno di dosi sempre più elevate per ottenere lo stesso effetto, le benzodiazepine sono generalmente prescritte per brevi periodi di tempo, soprattutto per le persone che hanno abusato di alcol o droga e che diventano dipendenti dai farmaci facilmente. Una sola eccezione a questa regola riguarda le persone con disturbo di panico, che possono prendere benzodiazepine per un massimo di un anno senza danni. Il Clonazepam (Klonopin ®) è utilizzato per la fobia sociale e il disturbo d’ansia generalizzata, il lorazepam è utile per il disturbo di panico, e l’alprazolam (Xanax ®) è utile sia per il disturbo di panico che per il disturbo d’ansia generalizzata.

Alcune persone sperimentano sintomi di astinenza se interrompono l'assunzione di benzodiazepine bruscamente invece che a scalare, e l’ansia può tornare una volta che il farmaco viene interrotto. Questi potenziali problemi hanno indotto alcuni medici a sottrarsi dall’ utilizzare questi farmaci.

Il Buspirone (Buspar ®), è un nuovo farmaco anti-ansia usato per il trattamento del disturbo d’ansia generalizzato. Possibili effetti collaterali comprendono vertigini, mal di testa e nausea.
A differenza delle benzodiazepine, il buspirone deve essere preso costantemente per almeno 2 settimane per raggiungere un effetto ansiolitico.

I Beta-bloccanti

I Beta-bloccanti, come ad esempio il propranololo (Inderal ®), che è usato per il trattamento di malattie cardiache, possono impedire i sintomi fisici che accompagnano alcuni disturbi d'ansia, in particolare la fobia sociale. Quando una situazione temuta può essere prevista (come ad esempio fare un discorso), un medico può prescrivere un beta-bloccante per tenere sotto controllo i sintomi fisici dell’ ansia.

L' assunzione dei farmaci

Prima di prendere farmaci per un disturbo d’ansia:

- Chiedi al tuo medico di informarti circa gli effetti, anche quelli collaterali, del farmaco

- Informa il tuo medico su eventuali terapie alternative o altri farmaci che stai utilizzando

- Chiedi al tuo medico quando e come il farmaco deve essere sospeso. Alcuni farmaci non possono essere interrotti bruscamente, ma devono essere scalati lentamente sotto controllo medico

- Lavora con il tuo medico per determinare quale farmaco va bene per te e quale sia il dosaggio migliore

- Sii consapevole del fatto che alcuni farmaci sono efficaci solo se sono presi regolarmente e che i sintomi possono ripresentarsi se il farmaco viene interrotto.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

ANSIA Cosa sono i disturbi d'ansia?

Che cosa sono I disturbi d'ansia? L'ansia è una normale reazione allo stress. Aiuta ad affrontare una situazione di tensione in ufficio, a studiare più duramente per un esame, a rimanere concentrati su un discorso importante. In generale, contribuisce a far fronte alle cose. Ma quando l'ansia diventa una eccessiva, irrazionale paura delle situazioni quotidiane, diventa una malattia invalidante.

I disturbi d'ansia colpiscono circa 40 milioni di americani adulti dai 18 anni in su (circa 18%) nel corso di un anno, causando apprensione e incertezza. A differenza dell’ansia breve relativamente mite causata da un evento stressante (ad esempio, parlare in pubblico o il primo appuntamento), i disturbi d'ansia durano almeno 6 mesi e possono peggiorare se non sono trattati.

I disturbi d'ansia comunemente si presentano insieme ad altri disturbi mentali o fisici, tra cui l’abuso di alcol o sostanze, che possono mascherare i sintomi dell’ansia o peggiorarli. In alcuni casi, questi altri disturbi devono essere trattati prima affinchè una persona possa rispondere al trattamento per il disturbo d’ansia.

Sono disponibili terapie efficaci per i disturbi d'ansia, e la ricerca sta scoprendo nuovi trattamenti che possono aiutare la maggior parte delle persone che ne soffrono a condurre una vita produttiva e appagante.

Se pensi di avere un disturbo d’ ansia, dovresti chiedere informazioni ed iniziare subito una terapia.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

L'importanza della relazione terapeutica con il cliente

Quando una persona entra nella stanza in cui lavoro, che sia per fare una seduta di psicoterapia o una consulenza psicologica, penso che stia entrando con tutta la sua complessa storia, e che, per i 60 minuti circa che trascorreremo insieme, cercheremo, ciascuno con le sue competenze, di produrre “senso”, in risposta alla domanda che l’ha portata a chiedere di essere aiutata.

Il concetto che voglio esprimere è che entro nella relazione consapevole delle mie teorie più o meno implicite e accolgo l’altro per quello che è in quel momento, non lo svaluto e non lo giudico. Propongo di stipulare un contratto terapeutico che lasci entrambi, sia me che il cliente, con la sensazione di esserci mossi nella direzione dell’obiettivo prefissato all’interno di una relazione di reciproco rispetto.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Come scegliere uno psicoterapeuta

In primo luogo, la persona che sceglierai deve ispirare la tua fiducia, dal momento che affronterete aspetti importanti, delicati, e a volte dolorosi della tua esperienza. Su questo aspetto non posso dirti molto, se non di prestare attenzione al tuo intuito ed alle sensazioni che provi, il terapeuta farà lo stesso. Un adagio recita che terapeuta e paziente si scelgono a vicenda!

Tieni presente che un bravo terapeuta si prende in genere un paio di sedute per valutare insieme a te la tua domanda e per decidere se iniziare un percorso con te o se proporti una soluzione alternativa. Al di là dell'aspetto soggettivo eccoti un decalogo che puoi usare per la scelta di uno psicoterapeuta, di un medico, o qualsiasi altro professionista:

1) I professionisti bravi fatturano. E' un loro dovere e un tuo diritto.

2) I professionisti bravi applicano tariffe trasparenti.

3) I professionisti bravi danno informazioni chiare.

4) I professionsti bravi danno risposte dirette a domande dirette.

5) I professionisti bravi sono espliciti nel dirti come lavorano.

6) I professionisti bravi sono realistici nel dirti cosa puoi ottenere.

7) I professionisti bravi definiscono con te obiettivi di lavoro specifici.

8) I professionisti bravi amano confrontarsi, anche su questioni complesse.

9) Con un bravo professionista ti senti libero di chiedere.

10) Quindi chiedi! Per un bravo professionista sarà un piacere risponderti.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

NEWS ANSIA - L'ormone ossitocina può inibire la Fobia Sociale

23 Luglio 2008 - Scienziati Svedesi e Britannici hanno dimostrato, usando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), che l'ormone ossitocina può inibire i sentimenti di ansia in determinati individui. La loro scoperta potrebbe portare ad una migliore comprensione ed al miglioramento del trattamento di quei disturbi legati alle difficoltà di relazione e contatto con gli altri, come nei casi di autismo e di fobia sociale.

L'ossitocina è un neuropeptide che è secreto dal corpo durante il massaggio, il parto e l'allattamento per indurre un effetto calmante, analgesico. Gli studi sugli animali hanno anche dimostrato che l'ossitocina promuove l'interazione sociale, come ad esempio durante il processo di corteggiamento. L'ormone ha una diretta influenza sull'amigdala, una zona del cervello che è importante per l'interazione sociale e per l'identificazione di immediate minacce emotive. In un nuovo studio gli scienziati dell'università di Medicina Svedese Karolinska Institutet e il Welcome Trust Functional Imaging Laboratory di Londra dimostrano che l' ossitocina ha un effetto più mirato e non si limita solo a produrre una sensazione generale di benessere.

A dei soggetti sono state mostrate le immagini di quattro diversi volti, due dei quali sono stati associati ad una piccola, innocua, ma sgradevole scossa elettrica. Come previsto, gli scienziati hanno scoperto che i volti associati alla scossa erano considerati più sgradevoli rispetto agli altri. Tuttavia, quando alla metà dei soggetti è stata poi spruzzata dell'ossitocina e all'altra metà un placebo, è stato rilevato un interessante cambiamento:
"Quando abbiamo mostrato di nuovo ai soggetti del gruppo con l'ossitocina i due volti, che erano stati precedentemente associati alla scossa, essi non le hanno più trovato sgradevoli, mentre quelli che avevano ricevuto il placebo li trovavano ancora tali", spiega il Dr. Predrag Petrovic del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche al Karolinska Institutet.

Utilizzando uno scanner FMR, il team ha anche scoperto che i soggetti che avevano sviluppato sentimenti di ansia indotti dalla scossa per alcuni volti esibiti, quando venivano loro mostrati questi volti, avevano livelli più elevati di attività in due aree del cervello - l'amigdala e la 'zona del viso fusiforme' - che elaborano facce spiacevoli e minacciose. Questi livelli di attività poi si abbassavano nel momento in cui ad essi veniva data l' ossitocina, ma non quando veniva somministrato il placebo.

"Ciò suggerisce che l' ossitocina può ridurre l'ansia ed aumentare le possibilità di contatto sociale per le persone con alcuni tipi di disturbi psichiatrici", dice il dr Petrovic. "Ci sono anche studi precedenti che mostrano che l'ossitocina può inibire l'attività dell'amigdala, che ci dice che dobbiamo vedere questa come una opportunità per nuove forme di trattamento."

Karolinska Institutet. "Hormone Oxytocin May Inhibit Social Phobia." ScienceDaily 23 July 2008.

Iscrizioni e borse di studio 2013 per la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Interpersonale e di Gruppo di Palermo

Sono aperte le iscrizioni per l'anno 2013 della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Interpersonale e di Gruppo SSPIG di Palermo, direttore prof. Emilio Riccioli.
La SSPIG inizierà il secondo ciclo di Formazione nel mese di Gennaio 2013.
L'iscrizione comincia a partire dal mese di Luglio.
La selezione si attua alla fine di Novembre.
Le domande per partecipare alla selezione devono arrivare entro il 5 Novembre 2012.
L'iscrizione al corso, una volta passata la selezione, dovrà essere formalizzata entro la metà di Gennaio.
Per essere inseriti nella lista dei candidati che partecipano ai colloqui di selezione per l’ammissione alla SSPIG è necessario inviare i documenti come indicato nel modulo di iscrizione a SSPIG, Via Infermeria Cappuccini 3, 90134 - Palermo.
 
I colloqui di selezione avranno luogo il
15 Novembre 2012 alle ore 9,30
in Via Infermeria Cappuccini 3 - Palermo.
Si può visionare e scaricare il modulo di iscrizione cliccando http://www.sspig.it/Documenti/Nuova%20scheda%20selezione%20SSPIG%202013.pdf
 
Sono inoltre istituite 15 borse di studio per gli allievi che si iscrivono al I anno.
Coloro che intendono concorrere alla borsa di studio trovano tutte le indicazioni per inoltrare la domanda al seguente link  http://sspig.it/pdf/borse_di_studio_2013.pdf
 
Per qualsiasi altra informazione sulla scuola potete visitare il sito www.sspig.it

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

NEWS - Abolito l'obbligo di tracciabilità dei compensi professionali

Il Consiglio dei Ministri del 18 giugno 2008 ha approvato una manovra per il varo di disposizioni per lo sviluppo economico, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Tra le varie disposizioni, il Decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 147 del 25-6-2008 Suppl. Ordinario n. 152, nell'articolo 32 prevede l'abrogazione dei commi 12 e 12 bis dell'articolo 35 del Decreto Bersani - decreto-legge L. 4 luglio 2006, n. 223 - riguardanti la tracciabilità dei compensi professionali.

DECRETO-LEGGE 25 giugno 2008, n. 112

GU n. 147 25-6-2008 Suppl. Ordinario n. 152Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria. Art. 32. Strumenti di pagamento 1. All'articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, sono apportate le seguenti modificazioni: a) ai commi 1, 5, 8, 12 e 13, le parole «euro 5.000» sono sostituite dalle seguenti: «euro 12.500»; b) l'ultimo periodo del comma 10 è abrogato. 2. Resta fermo quanto previsto dall'articolo 66, comma 7 del citato decreto legislativo n. 231 del 2007. 3. Le disposizioni di cui ai commi 12 e 12-bis dell'articolo 35 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, sono abrogate. Commi abrogati Articolo 35 - Misure di contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale Legge 4 agosto 2006, n. 248

TITOLO III Misure in materia di contrasto all'evasione ed elusione fiscale, di recupero della base imponibile, di potenziamento dei poteri di controllo dell'amministrazione finanziaria, di semplificazione degli adempimenti tributari e in materia di giochi 12. All'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 dopo il secondo comma sono aggiunti i seguenti: "I soggetti di cui al primo comma sono obbligati a tenere uno o più conti correnti bancari o postali ai quali affluiscono, obbligatoriamente, le somme riscosse nell'esercizio dell'attività e dai quali sono effettuati i prelevamenti per il pagamento delle spese. I compensi in denaro per l'esercizio di arti e professioni sono riscossi esclusivamente mediante assegni non trasferibili o bonifici ovvero altre modalità di pagamento bancario o postale nonché mediante sistemi di pagamento elettronico, salvo per importi unitari inferiori a 100 euro.".

12 bis. Il limite di 100 euro di cui al quarto comma dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, introdotto dal comma 12 del presente articolo, si applica a decorrere dal 1° luglio 2009. Dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e sino al 30 giugno 2008 il limite è stabilito in 1.000 euro. Dal 1° luglio 2008 al 30 giugno 2009 il limite è stabilito in 500 euro. Entro il 31 gennaio 2008 il Ministro dell'economia e delle finanze presenta al Parlamento una relazione sull'applicazione del presente comma. Il Ministrodell'economia e delle finanze è autorizzato ad emanare apposito decreto che individua le condizioni impeditive del soggetto tenuto al pagamento, che consentono di derogare ai limiti indicati nel presente comma.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Perchè e quando si decide di iniziare una psicoterapia?

Decidere di iniziare la psicoterapia può essere una scelta difficile. Tante domande possono affollare la mente: sono pazzo? che cosa penserà la gente? quanto costerà, posso permettermelo?

Non tutti ricorrono ad uno specialista esperto per affrontare le proprie situazioni di disagio, a causa dei pregiudizi purtroppo esistenti e della disinformazione. E' ancora oggi diffusa l'idea che chi si rivolge ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta sia "pazzo". Questo porta molte persone a tentare di risolvere il problema ignorandolo o rivolgendosi ad amici e persone care sperando che sfogandosi e parlandone la situazione migliori. Avere delle buone relazioni familiari e sociali in cui trovare uno spazio di ascolto è sicuramente utile in quanto rappresenta un sostegno per la persona in difficoltà. Ben diverso è però rivolgersi ad un esperto, uno psicologo o uno psicoterapeuta che, per formazione ed esperienza, possiede gli strumenti e le competenze per aiutare la persona ad uscire dalla situazione di blocco che sta vivendo.

Potrebbe essere utile ricordare che le difficoltà emotive sono comuni quanto quelle fisiche, e solitamente non esitiamo a chiedere l'aiuto di un professionista per una ragione medica. In quanto esseri umani, periodicamente abbiamo diverse esigenze - emotive, fisiche e spirituali. Ottenere aiuto in una qualsiasi di queste dimensioni è semplicemente un aspetto di una vita sana.

Solitamente le persone richiedono una psicoterapia quando ritengono di trovarsi di fronte a dei problemi che non gestiscono bene. I problemi possono riguardare se stessi, i rapporti con altre persone, con le organizzazioni o le istituzioni. Le preoccupazioni che portano ad intraprendere un percorso di psicoterapia possono essere condivise da molte persone e non implicano che si abbia un grave "problema mentale".

Non di rado la richiesta di una psicoterapia viene fatta da persone che non hanno problemi da affrontare e risolvere, ma hanno semplicemente il desiderio di essere più efficaci nel loro modo di vivere perché non si sentono soddisfatti, hanno il senso di perdere occasioni preziose di vivere bene, si rendono conto che sciupano risorse per loro importanti.

E' possibile inoltre che si stia pensando di iniziare una terapia a fine preventivo. La terapia può aiutare ad affrontare le difficoltà nelle loro fasi iniziali, prima che esse diventino problemi ingestibili o situazioni di crisi. Integrare la psicoterapia in un ampio programma di benessere personale può ulteriormente migliorare la qualità della vostra vita.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

La psicoterapia serve?

Da molti anni si dibatte sull’utilità della psicoterapia. Alcuni ritengono che sia inutile. Altri dicono che serve sempre. Due ragioni spiegano perché è difficile arrivare ad una risposta precisa circa l’efficacia della psicoterapia:

-è un’attività che richiede la collaborazione di entrambe le parti

-occorre competenza e motivazione da parte del terapeuta e competenza e motivazione anche da parte del cliente.

Gli psicoterapeuti sono molto differenti gli uni dagli altri. Una delle motivazioni della non efficacia di diversi terapeuti è la mancanza di competenza. Terapeuti inetti possono creare danni. I terapeuti funzionali sono quelli che hanno ed usano competenze efficaci nella terapia.

Al di là del dibattito negli ultimi anni numerosi studi hanno dimostrato l'efficacia della psicoterapia.

Negli Stati Uniti la Consumer Reports ha pubblicato i risultati di uno studio su vasta scala che ha convalidato l'efficacia della psicoterapia, concludendo che i pazienti hanno beneficiato in modo sostanziale dalla psicoterapia. I 4.100 intervistati hanno fornito prove convincenti che la psicoterapia può fare una differenza sostanziale. La stragrande maggioranza degli intervistati riferiscono di essersi sentiti molto meglio dopo la terapia, e quasi tutti hanno sperimentato un sollievo di qualche tipo. I due terzi del totale del gruppo di intervistati che non erano più in terapia avevano terminato il trattamento "perchè i loro problemi erano stati risolti o erano più facili da affrontare."

Secondo lo studio della Consumer Reports, la psicoterapia ha aiutato le persone in tre modi:

·· ha alleviato i problemi che le persone hanno portato in trattamento

·· le ha aiutate a funzionare meglio, a migliorare la loro capacità di relazionarsi bene con gli altri, ad essere produttive al lavoro, e a far fronte allo stress quotidiano

·· ha favorito una crescita personale: le persone in terapia avevano più fiducia e autostima, capivano meglio se stesse e si godevano di più la vita.

Centinaia di altri studi che dimostrano che la psicoterapia sia efficace, efficiente e duratura sono riassunte da Michael J. Lambert, Ph.D., Brigham Young University, in una rivista della primavera del 2003, "The Effectiveness of Psychotherapy: What has a Century of Research Taught Us About the Effects of Treatment?”.

L'esperienza di molte migliaia di persone in psicoterapia è stata quindi attentamente studiata in ben controllati studi scientifici. I risultati che emergono da tutte queste ricerche sono molto interessanti. Essi includono:

- La psicoterapia è efficace. Circa il 75% di coloro che fanno una terapia mostrano dei benefici.

- Gli effetti della psicoterapia sono più potenti rispetto ai sistemi informali di sostegno e al controllo con placebo.

- I vantaggi della psicoterapia sono almeno pari a quelli indicati dopo l'assunzione di farmaci psichiatrici, quando i due sono stati confrontati.

- La terapia a lungo termine è più potente della terapia breve, anche se quest'ultima è comunque efficace.

- La terapia è molto utile per i bambini come lo è per gli adulti.

- La terapia di gruppo e la terapia familiare hanno lo stesso potere della terapia individuale.

- La terapia funziona sia per le condizioni più gravi che per le condizioni meno gravi.

- La stabilità dei benefici nel tempo, dopo la conclusione del trattamento, è abbastanza elevato per la maggior parte delle persone, e molto superiore a quello del trattamento con i soli farmaci.

- L'orientamento teorico dello psicoterapeuta non è molto importante nel determinare risultati. Tuttavia, ci sono caratteristiche dei terapeuti come persone che sono molto importanti. Per esempio, quelli più efficaci sono più capaci di stabilire buone relazioni, sono più calorosi e più empatici, coinvolgono i propri clienti con più energia e chiarezza e sono più esperti e competenti.

- Le variabili più importanti che riguardano l'utilità della terapia in realtà hanno a che fare con il cliente: egli deve essere disponibile a cambiare, ad esplorare l'esperienza interiore, ed essere disposto e in grado di impegnarsi nella relazione terapeutica.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Quando è efficace una psicoterapia?

La ricerca in psicoterapia ha dimostrato che la sua efficacia è legata più a fattori cosiddetti “aspecifici”, cioè trasversali ai vari modelli terapeutici, che “specifici”. E che il fattore aspecifico per eccellenza è la qualità della relazione terapeutica come capacità di paziente e terapeuta di costruire e mantenere un’alleanza, cioè promuovere sforzi congiunti per raggiungere obiettivi comuni nel contesto di una relazione che abbia caratteristiche di sicurezza e fiducia.

Inoltre sappiamo che sono le capacità relazionali del terapeuta, indipendentemente dal modello clinico di riferimento, ad essere in gran parte responsabili dell’efficacia dell’intervento. Ma sappiamo anche che queste capacità, se non sono organizzate per mezzo di elementi tecnici e temporali, da sole non bastano a garantire la riuscita del trattamento (Tratto dal supplemento Salute di “La Repubblica” e pubblicato sul Notiziario dell’Ordine degli Psicologi del Lazio 7/8 2007).

Una psicoterapia si dimostra efficace se, mediante il rapporto terapeutico, le persone diventano capaci di gestire meglio le situazioni problematiche, di usare le risorse fino ad allora non utilizzate e le opportunità presenti nella loro vita, per vivere in modo efficace e funzionale. Attraverso la psicoterapia la persona impara ad aumentare le opzioni per vivere bene la propria vita personale e sociale.

D.ssa Bottaro Psicologa Psicoterapeuta Tuscolana - Anagnina Roma

Chi solitamente chiede di iniziare una psicoterapia?

Ci sono molte ragioni per cui le persone cercano l'aiuto di un professionista della salute mentale: voler semplicemente qualcuno con cui parlare, vivere una situazione di disagio psicologico/relazionale, compiere un cammino di maturazione profonda attraverso una migliore comprensione di sé e dei propri comportamenti.
La terapia non è solo per persone affette da una gravi disturbi mentali, è anche molto utile per le persone con lieve o moderata depressione, ansia, difficoltà relazionali, problemi sessuali, ecc. ecc.
Puoi valutare la possibilità di rivolgerti ad uno psicoterapeuta professionista qualificato, se:
- Ti preoccupi per tutto il tempo e non trovi una risposta
- Hai pensieri negativi o ossessivo - compulsivi o comportamenti che ti bloccano
- Hai ricorrenti pensieri negativi, immagini o flash-back a causa di passate esperienze traumatiche
- Ti senti da diverso tempo disforico/a e irritabile o nervoso/a
- Ti senti depresso o ansioso per più di due settimane
- I tuoi problemi o pensieri influenzano il sonno o la tua capacità di rilassarti
- Si nota un cambiamento di abitudini alimentari, consumo di alcol, uso inappropriato di farmaci o di altri comportamenti allo scopo di "ridurre" i propri problemi
- Hai bisogno di qualcuno per parlare dei tuoi problemi interpersonali.
Se i tuoi pensieri, i tuoi comportamenti, o le emozioni che provi stanno causando problemi significativi nella tua vita, se i tuoi problemi personali stanno influenzando la qualità stessa della tua vita e delle funzioni sociali al lavoro oppure a casa, se ti senti sopraffatto/a e le difficoltà che ti affliggono permangono nonstante i tuoii sforzi e/o l'aiuto di familiari e amici, potrebbe essere utile per te lasciarti aiutare da uno psicoterapeuta.

I miei ambiti di intervento

  • Ansia, fobie, attacchi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo
  • Depressione, lutto
  • Difficoltà relazionali
  • Dipendenze
  • Disturbi di personalità
  • Eventi critici ed esperienze traumatiche: incidenti e infortuni, malattie, ospedalizzazioni, Interventi chirurgici, maltrattamenti, molestie e abusi, abbandono e perdite, separazioni, calamità naturali, aggressioni e rapine, guerre, suicidio di conoscenti, amici o familiari, bullismo e cyberbullismo, aborti, infertilità, morte intrauterina fetale, traumi relazionali infantili.
  • Homesickness: problemi e disagi vissuti dagli expat ossia gli italiani che vivono all'estero.
  • Lipedema e Linfedema: disagi psicologici correlati alle due patologie
  • Obesità, fame nervosa, anoressia, bulimia
  • Problemi d coppia, sostegno in caso di separazione e divorzio
  • Problemi di infertilità, sostegno individuale e di coppia nei percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita
  • Problemi familiari, problemi comportamentali dei figli
  • Stress, dolore cronico, disturbi psicosomatici

Come lavoro


I miei interventi sono rivolti ad individui (bambini, adolescenti, adulti), coppie e famiglie secondo modalità e tempi che vengono definiti e concordati all'inizio del percorso e in funzione della richiesta d'aiuto della/e persona/e.

Nel mio lavoro utilizzo un approccio umanistico integrato, con specifico riferimento ai seguenti modelli: esperienziale, cognitivo-comportamentale, interpersonale e psicodinamico, con speciale focalizzazione sull'Analisi Transazionale.

I principi guida del mio modello di intervento sono:
>il rispetto della libertà e della responsabilità della persona per le scelte che fa
>la persona come centro di riferimento per qualsiasi intervento
>l'importanza del terapeuta come co-creatore responsabile, con l'altra persona delle modalità di intervento.

In termini generali mi riferisco agli assunti filosofici della Analisi Transazionale di tipo umanistico:
-Ognuno è Ok
-Ognuno ha la capacità di pensare
-Ognuno decide il proprio destino, e queste decisioni possono essere cambiate.

Tradotto nell’esercizio quotidiano della mia professione, nei diversi ambiti in cui questa si esplica, sono “respons-abile” del mio operato, e ritengo le persone con cui mi relaziono altrettanto capaci di essere “respons-abili” del loro operato.


Di cosa mi occupo

Svolgo l'attività di psicoterapeuta libero professionista presso il mio studio di Roma.


Ho collaborato come docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Transazionale (SSPT) di Latina e al Master di primo livello in counselling socio-educativo promosso dalla SSPT in collaborazione con l'IFREP.


Ho collaboro con la Scuola di Specializzazione IFREP per gli esami di specializzazione in psicoterapia e CTA, in qualità di esaminatrice EATA.



Sono stata consulente psicologa dal 2005 al 2014 presso la Comunità Terapeutica Riabilitativa per pazienti psichiatrici "Villa Maddalena", Castel Madama, Roma.

Ho collaborato per un breve periodo di tempo con l'Associazione "Habitat per l'Autismo onlus" in qualità di terapista comportamentale per l’insegnamento a persone con autismo in ambiente familiare e scolastico, attraverso l'utilizzo di tecniche che integrano il metodo ABA e la strategia T.E.A.C.C.H.



Sono iscritta all'Albo dell' Ordine degli Psicologi del Lazio, n°10631 e inserita nella lista degli Psicoterapeuti