
I terapeuti transazionali lavorano sulla base di contratti e cioè fanno accordi specifici con le persone che chiedono loro aiuto, riguardo ai risultati che desiderano ottenere. Contratti tipici sono "imparare a riconoscere e godere dei miei successi" o "esprimere la rabbia in un modo rispettoso di me e degli altri" o "prendermi cura di me stesso e delle persone che amo, smettendo di bere troppo" o "prendere dei bei voti a scuola". Certo molto può succedere nella psicoterapia, ma al di sopra di tutto c’è sempre il contratto, l’obiettivo che guida il lavoro dell’Analista Transazionale. Oltre a questo, egli farà anche dei contratti a breve termine, contratti ad esempio di sobrietà o di "non suicidio," per aiutare la persona a raggiungere l’obiettivo finale.
Dal momento che gli esseri umani nascono OK, è ragionevole che, con l’aiuto di persone competenti, possano tornare alla loro originaria posizione OK. La capacità di essere OK è in attesa in ogni persona, pronta ad essere liberata dalle proibizioni del copione. L’Analista Transazionale sa bene che, se si fanno contratti terapeutici chiari e indirizzati ad un obiettivo, se si analizzano validamente le transazioni interpersonali e se si dà alla persona in modo forte il permesso di cambiare, proteggendola al tempo stesso dalle sue paure, ognuno può avere l’opportunità di diventare una persona felice, amorevole e produttiva.
Compilato dal ITAA Development Committee Task Force on Transactional Analysis Core Concepts (tradotto da Claudia Chiaperotti)